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La tecnologia Laser Q-Switched è sorprendentemente all’avanguardia perché non distrugge il pigmento per effetto termico ma per un fenomeno fisico chiamato pressione fotodinamica. In pratica il Laser Q-Switched rilascia istantaneamente una enorme quantità d’energia ma in un lasso di tempo talmente minimo, che il pigmento esplode senza bruciarsi. L’esplosione del pigmento bersaglio è nitidamente percepibile dall’udito durante la seduta.
Nonostante il trattamento di rimozione del tatuaggio con questa tecnica sia diventato molto più rispettoso dell’anatomica cutanea, il candidato paziente dovrà essere sottoposto a visita medica per raccogliere la specifica anamnesi ed escludere controindicazioni. Pazienti con patologie cutanee e con problemi di cheloidi possono non essere adatti alla rimozione del tatuaggio con il Laser Qwpòez-Switched.
Il paziente dovrà ricevere le informxz-aòqaòqaèwàwaòazioni tecniche del trattamento affinché possa esprimere un valido consenso informato.
La rimozione del tatuaggio avviene con la realizzazione di una serie di sedute laser q-switched che fanno esplodere il pigmento trasformandolo in pezzettini molto più piccoli che vengono riassorbiti dal corpo. Il numero di sedute da realizzare dipende dal tipo di tatuaggio ma di solito sono almeno 5-7 sedute. I tatuaggi monocromatici neri sono più semplici da rimuovere. Quelli colorati possono essere eliminati con speciali filtri ma comunque richiedono più sedute.
La seduta può essere eseguita senza anestesia ma di solito si procede con anestesia topica, locale oppure con riduzione della sensibilità grazie al freddo. Il trattamento prevede l’esposizione del tatuaggio al raggio del laser. I pigmenti immediatamente esplodono faccendo diventare bianca la zona trattata. Nel corso dei giorni successivi una porzione degli stessi verrà riassorbita così che il tatuaggio risulterà più sbiadito. Dopo 3 o 4 settimane si potrà procedere alla seduta successiva.
Per vedere i risultati bisogna essere pazienti. Non è infatti sufficiente un’unica seduta per ottenere una cancellazione definitiva del tattoo poiché il laser ha un’azione che si evolve seduta dopo seduta. Immediatamente la zona trattata potrà essere gonfia ed arrossata. Normale l’effetto “popcorn” sulla superficie cutanea dovuta alla frantumazione del pigmento bersaglio. Dopo pochi giorni la pelle si normalizza e si può osservare con chiara evidenza che il tatuaggio è sbiadito rispetto a prima della seduta. Dopo qualche settimana si procede con la nuova sessione e così via finché si ottiene il risultato finale.
Vi sono alcune tipologie di persone alle quali è sconsigliata la laserterapia Q-switched fra di esse vi sono le donne in gravidanza o che stiano allattando, i soggetti con sepsi sia essa di tipo virale, batterica o provocata da funghi. Tale terapia è controindicata in caso di tendenza allo sviluppo di cicatrici di tipo ipertrofico o cheloideo e nelle persone che hanno sviluppato in passato neoplasie cutanee o lesioni precancerose. Anche chi assume farmaci che alterano la sensibilità alla luce, la coagulazione del sangue o la riparazione dei tessuti non sono idonei alla laser terapia. Per finire i soggetti che dimostrino una ipersensibilità alla luce o che si siano recentemente esposti ai raggi ultravioletti dovranno astenersi o quanto meno rimandare la seduta per la rimozione del tatuaggio.
Fra i più comuni effetti collaterali de laser Q-switched vi sono eritema (effetto temporaneo), fastidio localizzato, sensazione di prurito che può associarsi ad un leggero rigonfiamento della parte, piccoli lividi (transitori).
Nei mesi che intercorrono fra una seduta e la successiva e nel post trattamento dopo aver ottenuto la cancellazione del tattoo è opportuno che la zona tratta venga protetta dai raggi ultravioletti (sole e lampade UV) al fine di evitare un’alterazione cromatica dell’area che potrebbe scurirsi (iperpigmentazione) o schiarirsi (ipopigmentazione) eccessivamente.